giovedì 8 maggio 2014

Maestri a Nordest



Terza Rassegna Biennale d'Arte Contemporanea
a cura di Giuseppe Onesti. 

Centro Comunitario - Area festeggiamenti, San Giovanni di Casarsa (PN)
7 - 24 Giugno 2014
Inaugurazione Sabato 7 Giugno 2014, ore 18.30
Mostra Collettiva al femminile, le Artiste presenti:

MARISA BIDESE
LORETTA CAPPANERA
NADIA COSTANTINI
GEA D'ESTE
MARTA POLLI
GLENDA SBURELIN 

Il mio impegno nell'arte contemporanea non vuole limitarsi esclusivamente alla ricerca personale, ma punta anche a dare lustro e a sottolineare quella parte "originaria" della mia espressione artistica che nasce dall'illustrazione per l'editoria e il disegno come arte applicata, un'arte che attraverso i suoi protagonisti, è capace di linguaggi intensi, di grande ricerca espressiva, e merita di essere accolta e considerata come una tra le varie forme di arte contemporanea. Già molti critici che si muovono nell'ambito della cosidetta "arte maggiore" si sono accorti del grandissimo potenziale di questa sua "branchia", e dei suoi protagonisti che sovente abbracciano più forme espressive, che vanno dalla pittura, alla scultura, all'installazione, senza perciò scinderne gli ambiti. Per questo ringrazio Enzo di Grazia e Giovanna Lisa dell'Associazione culturale "la roggia" per aver creduto in me inserendomi nel panorama artistico non solo territoriale ma anche internazionale!

Una grande affluenza di pubblico ha preso parte all'Inaugurazione, ringrazio il Sindaco, Giuseppe Onesti per la curatela, tutti i partecipanti ed amici che hanno preso parte all'evento! Una mostra di grande rilievo, personalità di spicco del mondo dell'arte contemporanea del nostro territorio, dalle espressioni molto differenti tra loro, capaci di formulare nuovi linguaggi dell'arte, avvalendosi sia di tecniche tradizionali in grado di trasformarsi in soluzioni sempre nuove ed incisive, sia di soluzioni installative che sperimentano i più svariati materiali, con esiti di forte impatto. Una mostra per tutti i gusti, insomma, che resterà visitabile fino al 24 giugno... non perdetela! Il catalogo è disponibile in sede.

Grazie a Paola Voncini per il suo intenso e puntuale testo critico!

Glenda Sburelin nasce come illustratrice per l’infanzia portando con sé anche nelle sue opere pittoriche e ceramiche tutto un mondo di personaggi fantastici che paiono uscire da una immaginaria wunderkammer ovvero una “stanza delle meraviglie” che riaffiora nell’atto creativo dai meandri del suo subconscio.

A prima vista i soggetti rappresentati suscitano turbamento, una combinazione di diverse emozioni che variano dalla malinconia al senso di repulsione all’istinto di protezione. Sono personaggi muti, indifesi, che a volte possono apparire mostruosi loro malgrado, ma da cui emerge una sostanziale vulnerabilità, come nella scultura insetto/bambino con sei arti rovesciato a pancia in su, disarmante per quanto è inerme o la bambina/pesce impossibilitata a muoversi come fosse una balena spiaggiata. Ritratti nella solitudine delle proprie fragilità, sono esseri che esprimono se stessi nel momento in cui vengono rappresentati con il loro carico di vissuto che si portano addosso, come tutti noi. Spesso infatti incorporano come incrostazioni oggetti del quotidiano, guanti, bottoni, confezioni di pastiglie, tappi del lavello, forbici ed altro, come nella tela con ritratto di donna. E’ la rappresentazione del processo di stratificazione di esperienze, emozioni, ricordi letti attraverso quegli oggetti, colmati di significati personali, oggetti che hanno perso la loro funzione ma che rimandano al vissuto che ha costruito ed è parte integrante della nostra identità presente.

Sburelin propone un punto di vista che traduce in immagini, attraverso una notevole padronanza tecnica, ciò che vive al di là del visibile, un bagaglio che ognuno porta con sé e che rappresenta la parte reale dell’esistenza.

Lo sguardo si sposta verso la visione di un tempo e di luoghi sconosciuti, ma che divengono ora immagine visibile del passato invisibile.

Molti simboli ritornano (come il cuore, i cerchi, la tazza) stimolandoci ad entrare nel seducente universo poetico e onirico dell’artista. La metafisica degli oggetti tenta di cogliere una verità interiore, misteriosa e magica che sta dietro il senso apparente delle cose. L’arte diventa allora una necessaria terapia nei confronti della follia; ciò che separa arte e follia è un recinto entro cui le pulsioni si materializzano nell’espressione creativa. Come affermava Louise Bourgeois: “L’arte è una garanzia di salute mentale”.
Paola Voncini